Come difendersi dalle spie di Google?

Secondo le nuove regole sulla privacy rilasciate da Google lo scorso primo marzo, d’ora in poi tutte le informazioni condivise dagli utenti mentre utilizzano servizi offerti da Mountain View (Youtube, Gmail, Blogger, Google Maps, Picasa ed altri) verranno raccolte insieme per offrire agli utenti un’ “esperienza più semplice e intuitiva” come spiega Google o, come invece pensano i meno ingenui, per fornirci inserzioni pubblicitarie mirate, create da aziende terze a cui sono stati messi a disposizione i nostri dati.

Dopo l’entrata in vigore del regolamento, si sono ingrossate le file degli scettici: all’Unione Europea, che esprime forti dubbi sulla conformità di tali regole alla normativa europea in materia di dati personali, e al presidente Obama che presenta il suo progetto per la difesa dei consumatori su internet, si aggiungono le autorità di Giappone e Corea del Sud che, insieme ai garanti della privacy di Nuova Zelanda, Australia, Canada, Messico dichiarano in una lettera a Google, le loro forti perplessità sulla nuova regolamentazione e annunciano di aver lanciato un’indagine per accertare il verificarsi di violazioni delle proprie norme sulla privacy da parte di Google.

Quello che va delineandosi sembra davvero, come fa notare qualche “apocalittico”, uno scenario orwelliano. la domanda che si pone il singolo utente è: come difendersi dalle spie di Google? Che armi si hanno disposizione per “regalare” meno informazioni possibili sul proprio conto?

Un interessante articolo di Ivan Fulco su Repubblica.it ci svela qualche trucco. Oltre agli strumenti offerti da Google stesso per cancellare, anche se solo parzialmente, le tracce delle proprie ricerche (si va da Strumenti per la privacy alla rimozione della cronologia web passando per il pannello di controllo chiamato “Dashboard“, il quale raccoglie tutti gli account creati con i  servizi di Google) ci suggerisce altre risorse da utilizzare per preservare la nostra privacy (e che non vanno a braccetto con Google).

Navigazione anonima: è il primo consiglio. Questa utile guida  vi aiuterà a far partire in automatico la navigazione anonima all’apertura di qualsiasi browser usiate.

Estensioni: oltre all’ottimo Ghostery, già citato da Fulco nel suo articolo, vi suggerisco anche Abine Privacy Suite  e Collusion, entrambe di FirefoxQuesti due  prodotti (gratuiti) vi danno la possibilità di controllare, mentre navigate sui siti, il tipo di informazioni che state rilasciando e a chi, impedendo la diffusione all’esterno di quegli elementi che non volete vengano condivisi. NAI Opt-out invece è uno strumento che permette di escludere il tracciamento delle compagnie pubblicitarie. Questo non significa che non si riceveranno più avvisi pubblicitari ma che essi rimarranno generalisti per l’utente e non verranno più registrati come “personalizzati”.

Software gratuiti: Volendo passare all’artiglieria pesante nel tentativo di navigare nel completo anonimato, possiamo utilizzare dei programmi fatti ad hoc che garantiscono anche una buona velocità di navigazione. Oltre a Tor, citato sull’articolo di Repubblica, il web consiglia altri due prodotti: Ultraserf, che non richiede installazione e può essere lanciato anche da una pen-drive e Free-gate che consente di navigare in maniera anonima, passando automaticamente da un proxy all’altro senza che l’utente debba intervenire manualmente.

Proxy online: esistono dei proxy online (e ad accesso gratuito) che “nascondono” il nostro indirizzo IP e ci permettono di navigare in modalità del tutto anonima. basta andare su ixquick, Invisible surfing (che vi assegna addirittura una “wb identity fittizzia!) o Kroxy, inserire  l’URL del sito su cui volete navigare e non lascerete nessuna traccia (o quasi) del vostro passaggio. Attenzione perchè, nonostante ciò, ci sono dei siti come Hulu.com che sono capaci di riconoscere un IP anonimo e non riuscirete a accedervi nonostante il suo mascheramento.

 

 

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